09 giugno, 2006

Frontiere di oggi




«Mai nel passato attacchi tanto gravi contro la famiglia»

di Salvatore Mazza
Mai come oggi la famiglia «è vittima di violenti attacchi». Mai come oggi la procreazione, di cui la famiglia è «il luogo naturale», è stata contestata come lo è «dalla cultura odierna». E ciò a seguito della «profonda crisi» che attraversa «la verità tutta intera sull’uomo, sulla procreazione umana e sulla famiglia», causata dall’«eclissi di Dio» che quella cultura pretende di determinare.

È l’analisi, severa e allarmata, che scaturisce dalla lettura del documento Famiglia e procreazione umana, pubblicato ieri dal pontificio Consiglio per la Famiglia, e presentato, sempre ieri, a Benedetto XVI. Redatto per il 25° anniversario di fondazione del Dicastero, in 57 pagine suddivise in cinque capitoli il testo fa il punto sulla dottrina in materia, approfondendo i temi di maggiore attualità quali la ricerca in materia di procreazione assistita, i "matrimoni" gay, l’educazione dei giovani all’affettività e alla sessualità, per «aprire le porte alla ricerca futura sulle questioni attualmente oggetto di dibattito».

Tutto questo a partire dall’affermazione che «la famiglia è l’unico luogo appropriato alla procreazione», e la citazione delle parole pronunciate da Giovanni Paolo II a Puebla (Messico) nel 1979, quando ricordava che «la famiglia è connaturale all’uomo ed è stata istituita da Dio. Però oggi l’uomo è diventato un enigma per se stesso e vive la crisi più acuta di tutta la storia nella sua dimensione familiare: la famiglia è oggetto di attacchi come mai prima nel passato; i nuovi modelli di unione la distruggono; le tecniche di procreazione estromettono totalmente l’amore umano; le politiche di controllo della natalità conducono all’attuale "inverno demografico"».

Per questo, sottolinea il documento firmato dal cardinale Alfonso Lopez Trujillo, presidente del pontificio Consiglio, e dal segretario dello stesso Dicastero monsignor Karl Josef Romer, è oggi imprescindibile riaffermare «la sacralità del matrimonio e della famiglia», oltre, ovviamente, quella della vita umana. Un dovere «assolutamente centrale e fondamentale», anzi, «a difesa di una piena concezione della dignità umana e della verità profonda della famiglia per assicurare il rispetto dei diritti inviolabili della vita e la santità del matrimonio, che sarebbero gravemente depauperati se si prescindesse dalla missione procreativa in senso integrale».

Infatti «non si può concepire la famiglia senza tener conto del suo legame con la vita, né la vita trascurando il suo rapporto con la famiglia». In tal senso dunque «solo la famiglia», quella «fondata sul matrimonio», è «il luogo adeguato per la procreazione». Un pensiero forte che la Chiesa «è chiamata oggi a proporre... a tutti gli uomini del nostro tempo», anche – e forse soprattutto – per rispondere alle «devianze culturali del nostro tempo» che investono entrambi gli ambiti. Minacce «contro la famiglia, poiché l’uomo viene concepito soltanto come individuo» e «contro la procreazione responsabile, poiché l’uomo così concepito - osserva il Dicastero vaticano - deve tentare tutte le possibilità della scienza e della tecnica per la produzione di un nuovo uomo, costruito secondo i criteri offerti dalla tecnica».

«Come confermano pratiche funeste oggi legalizzate in alcuni paesi – rileva in proposito il testo – se l’uomo si arroga il potere di fabbricare l’uomo, allora si arroga anche il potere di distruggerlo», e «questa concezione dell’uomo influenza fortemente i programmi ostili alla famiglia e alla procreazione umana». Al contrario, occorre piuttosto ritornare al punto fondamentale: «L’uomo è stato creato per amore, capace di amare. È stato creato maschio e femmina; il loro corpo e le loro anime sono complementari e correlativi, capaci di fare dono di se stessi e di trovare nei figli una proiezione e un senso alla loro esistenza». Uomo e donna, insiste il documento, «hanno pari dignità. La sessualità è complementare: l’uomo è attratto dalla donna e questa dall’uomo. Così l’amore tra uomo e donna è fondamento del matrimonio, e questo della famiglia che trasmette la vita ai figli e li educa per la vita sociale».

Così la procreazione, «che è il mezzo di trasmissione della vita mediante l’unione amorosa dell’uomo e della donna», deve «essere umana», e cioè «frutto degli atti dell’uomo» perché «l’atto unitivo dell’uomo e della donna non può essere separato dalla sua dimensione connaturale, che è la procreazione, e rende possibile la paternità e maternità responsabile. La morale coniugale poggia unicamente su questa base».

Di qui, di conseguenza, il "no" a ogni manipolazione che separi nell’unione coniugale «il fine unitivo da quello procreativo, la sessualità dall’amore». Il "no" a una trasmissione della vita «affidata ai tecnici... che sognano perfino di fabbricare la vita, una vita di ineccepibile qualità». Il no alle «coppie formate da omosessuali» che «rivendicano gli stessi diritti riservati al marito e alla moglie» e «reclamano perfino il diritto di adozione». Il "no" alle «donne che vivono un’unione lesbica» e «rivendicano diritti analoghi, esigendo leggi che diano loro accesso alla fecondazione eterologa o all’impianto embrionale».

Nessun commento: