24 febbraio, 2006

Umbria Famiglia. Proposta di legge che aiuti concretamente la famiglia “fondata sul matrimonio”e le fornisca gli opportuni sostegni.




E’ notizia di pochi giorni fa che anche la Regione Umbria, dopo la Puglia, sta discutendo una contestata proposta di legge per consentire alle coppie di fatto, etero o omosessuali, di godere di tutti i diritti riservati da sempre alle famiglie.
Per reagire a tale deriva, l’opposizione di centro destra, appoggiata da numerose associazioni e realtà locali, ha deciso di rispondere con una proposta di legge che aiuti concretamente la famiglia “fondata sul matrimonio”e le fornisca gli opportuni sostegni. L’ obbiettivo dichiarato è ridare centralità alla persona umana e alla famiglia per contrastare efficacemente gli attacchi incombenti. Infatti, secondo i firmatari, la famiglia, minacciata da ritmi di vita e di lavoro intensi e logorata da problemi nuovi è oggi più bisognosa che mai di interventi di sostegno. Le linee lungo le quali si muove il legislatore sono essenzialmente quattro: la tutela della coppia, con aiuti economici già durante il fidanzamento e con sostegni sociali in caso di crisi interpersonale, la tutela della maternità e dell’infanzia per consentire agli sposi di decidere in libertà di accogliere una nuova vita, la tutela delle famiglie in difficoltà perché numerose o con componenti diversamente abili e l’aiuto alle famiglie per anziani non autosufficienti così da favorire l’assistenza domiciliare nell’ambito della famiglia.
La nuova proposta di legge dunque riconoscendo la famiglia quale soggetto sociale politicamente rilevante e istituzione privilegiata per la nascita, la cura e l’educazione dei figli, considera per la prima volta il concepito a tutti gli effetti quale componente della famiglia.
Nelle dichiarazioni di principio contenute all’art. 1 si riflette su tutti gli ambiti di rilievo, dal valore della maternità alla tutela della salute, dal valore sociale del lavoro domestico alla cura dei soggetti in difficoltà.
Le norme più propriamente attuative prevedono agevolazioni per l’acquisto della prima casa, per l’avvio di nuove attività e – tra le prime in Italia – un finanziamento per le spese del matrimonio. Sono inoltre previste contributi per il pagamento dei canoni di locazione per le famiglie meno abbienti. Ricco anche il pacchetto di iniziative per la maternità e l’infanzia che prevede una collaborazione tra famiglie e consultori pubblici o privati per assicurare a tutti il necessario supporto medico, psicologico e pedagogico.
Notevole anche l’incentivo ai consultori per la consulenza giuridica e la pratica della mediazione familiare, così da aiutare le coppie in crisi. Tale innovazione – se ben gestita - potrebbe offrire concrete e praticabili alternative alla separazione o al divorzio, favorendo la stabilità del matrimonio.
Per le neo – mamme sono previsti servizi di assistenza domiciliare oppure – in alternativa – vengono sostenuti e promossi i “nidi famiglia” costituiti da associazioni di genitori che alternativamente garantiscono la vigilanza e l’intrattenimento dei bambini.
Non è stato dimenticato il delicato problema del lavoro, prevedendo oltre ai nidi presso le aziende, accordi per la facilitazione del part-time. Si vuole inoltre favorire, mediante appositi programmi, il reinserimento nel mondo del lavoro del genitore che abbia interrotto la propria attività per la nascita di un figlio.

Per l’istruzione e il diritto alla libera scelta della scuola la proposta di legge prevede la possibilità di buoni scuola sia per i figli, sia per i genitori che ancora debbono terminare loro stessi gli studi. Così le mamme studenti potranno essere aiutate concretamente a conseguire la tanto desiderata laurea.

Molte sono gli aiuti previsti per le famiglie in difficoltà, per le famiglie numerose (una volta si chiamavano proletarie e per quelle con componenti diversamente abili, tra cui agevolazioni tariffarie per acqua luce e gas, esenzioni dal bollo auto, dalle imposte regionali e esenzioni pure dall’ICI.

Infine la proposta di legge prende in considerazione gli anziani non autosufficienti, privilegiando la loro permanenza in famiglia con un contributo di Euro 800,00 mensili per l’assistenza personale.
La proposta di legge – che ha già ricevuto l’appoggio da parte di numerose associazioni che si battono per i diritti della famiglia - deve ora iniziare il suo iter per ottenere l’approvazione; i valori che vuole difendere dovrebbero comunque essere condivisi – almeno in teoria – da parte di quasi tutte le forze politiche.

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